Prefazione al N° 25
Gaspare Vella, Alberto Siracusano
RIASSUNTO
La psichiatria forense vive un periodo di particolare interesse, suscitato dal clamore dato dai mass-media a fatti critici che accadono in diversi contesti familiari e sociali. Tale clamore rappresenta però solo un aspetto, peraltro parziale, della necessaria attenzione che merita la psichiatria forense, in quanto è il dibattito scientifico in atto a costituire il "vero" oggetto del nostro interesse. Oggetto multiforme, formato da molteplici fattori biologici, psicologico-sociali, in interazione problematica tra loro, che si colloca nel tortuoso confine del rapporto tra la psichiatria e il diritto. Da sempre i quesiti della psichiatria forense hanno riguardato l'imputabilità, la pericolosità sociale, le limitazioni nella capacità di agire. Il lavoro del perito deve seguire un percorso metodologico rigoroso non solo per valutare in quel soggetto la presenza o meno di un dato disturbo psichico, ma per stabilire una relazione causa-effetto tra lo stato psicopatologico e l'evento giuridicamente rilevante Diversi sono i temi del rapporto tra psichiatria e sistema giudiziario oggi in discussione. La modifica del significato di imputabilità a favore di quello di responsabilità, l'integrazione del significato medico-legale di nesso di causalità con quello di correlazione, l'identificazione di un linguaggio capace di tradurre adeguatamente in termini giuridici la specificità del linguaggio psichiatrico, la sostituzione del concetto, obsoleto, di infermità di mente con quelli di sindrome o disturbo o malattia, il problema della definizione di pericolosità sociale, aggressività, comportamento violento, la valutazione del danno biologico di natura psichica. Due rilevanti questioni, alle quali bisognerà trovare adeguate impostazioni teoriche e soluzioni pratiche sono: l'interpretazione selvaggia nella perizia e l'esclusione dello psichiatra forense dal progetto terapeutico del malato di mente. L'interpretazione selvaggia e surrettizia del significato degli eventi citati in perizia e del comportamento del periziando, rendono inaffidabile la perizia. L'interpretazione motivazionale dalla causa psichica al correlato finalismo del comportamento, è una costruzione dell'interpretante; qualcosa, cioè, di soggettivo, anche se vero in ipotesi; per renderlo obiettivo, così come richiede la psichiatria forense, l'interpretante deve validare l'interpretazione secondo i canoni ermeneutici che appaiono di difficile se non impossibile applicazione nel contesto peritale. Lo psichiatra forense, nel suo lavoro peritale, stabilisce una relazione interpersonale con il periziando; da questa relazione derivano conoscenze psicologiche certamente correlabili, non solo ai quesiti della perizia, ma anche alla struttura mentale del periziando, utili quindi ad un progetto terapeutico. I diversi contributi di questo numero di Nóos sulla PERIZIA PSICHIATRICA, affrontano, ampliano, approfondiscono le diverse questioni a cui abbiamo accennato e costituiscono un contributo di chiaro valore scientifico ai temi in discussione.
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