Dettagli Gennaio-Marzo 1998, Vol. 4, N. 1 doi 10.1722/2764.28128 Scarica il PDF(22,7 kb) Citazione Vella G, Siracusano A. Prefazione al N° 11. . doi 10.1722/2764.28128 Scarica la citazione: BibTex EndNote Ris Altro dagli autori Articoli di Gaspare VellaArticoli di Alberto Siracusano Prefazione al N° 11 titolo - split_articolo,controlla_titolo - art_titolo Prefazione al N° 11 autori - vau_aut_id Gaspare Vella, Alberto Siracusano riassunto - art_riassunto RIASSUNTO Negli ultimi anni, la ricerca epidemiologica e psicofarmacologica ci ha sommerso di dati, con un notevole impulso alla rielaborazione dei modelli in psichiatria, ad una continua ridefinizione del sistema diagnostico, alla cosiddetta dissezione farmacologica delle tradizionali sindromi, a nuovi orientamenti terapeutici con forte tendenza alla farmacologizzazione di ogni tipo di patologia. Ad un meta livello conoscitivo e definitorio di queste ricerche, stanno i concetti di comorbidità, spettro, continuità-discontinuità dei sintomi psicopatologici, diagnosi categoriale e/o dimensionale.Proprio a questa meta livello, sembra esserci un notevole confusione concettuale e terminologica In questo numero presentiamo e discutiamo, appunto, il significato di spettro, comorbidità, continuità e discontinuità, e le possibili applicazioni di queste determinazioni concettuali alla clinica psichiatrica. Quale che sia il valore di queste concettualizzazioni, e la loro possibile applicazione nella pratica, non dimentichiamo, tuttavia, che il diagnosta e terapeuta psichiatra non potrà mai considerare il suo paziente come esclusiva espressione di sintomi e sindromi, ordinabili quanto si vuole secondo spettri e comorbidità, retti da ipotesi causali; fallirà il suo compito diagnostico e terapeutico se non considererà il paziente anche un soggetto, ancorato alla storia, nell'ordine motivazionale. parolechiave - lingua - vke_key_id Parole chiave: