Prefazione
MARIO MAJ
Direttore del Dipartimento di Psichiatria, Università di Napoli SUN



Negli ultimi decenni, nonostante la provata efficacia degli strumenti terapeutici disponibili, il funzionamento sociale nella vita reale delle persone con diagnosi di schizofrenia non è migliorato in misura significativa. Tale compromissione funzionale ha un impatto negativo sulla vita del paziente e dei suoi familiari e il costo che essa comporta è certamente più elevato di quello direttamente riconducibile al trattamento dei sintomi della malattia. Alla luce di tali evidenze, in Italia si è costituito un network nazionale per la ricerca sulla schizofrenia da me coordinato e composto da 28 centri universitari e dai centri di salute mentale ad essi collegati, che promuove la ricerca sui fattori che influenzano il funzionamento nella vita reale dei pazienti affetti da schizofrenia allo scopo di migliorare i trattamenti e l’esito del disturbo. In uno studio attualmente in corso, vengono per la prima volta prese contemporaneamente in esame tre categorie di variabili che possono influenzare il funzionamento nella vita reale dei pazienti affetti da schizofrenia:
a) aspetti legati alla malattia;
b) risorse della persona e
c) fattori inerenti al contesto.

Lo studio sistematico di tali variabili e del loro impatto sul funzionamento nella vita reale dei pazienti affetti da schizofrenia è di vitale importanza per migliorare gli standard di prevenzione, diagnosi e trattamento dei disturbi psicotici. Nell’ambito delle variabili legate alla malattia, lo studio del network dedica particolare attenzione alla valutazione dell’impatto delle disfunzioni cognitive sul funzionamento nella vita reale delle persone affette da schizofrenia.
Questo numero di NÓO? è dedicato ai più recenti sviluppi della ricerca relativa ai deficit cognitivi riscontrati nei pazienti affetti da schizofrenia e agli strumenti utilizzati per la loro valutazione, con particolare riferimento alla MATRICS Consensus Cognitive Battery (MCCB), batteria di test neuropsicologici messa a punto negli Stati Uniti nell’ambito di un progetto promosso dal National Institute of Mental Health (NIMH), dall’industria farmaceutica, dalla comunità scientifica e dalla Food and Drug Administration (FDA), per promuovere la ricerca in tale ambito, e tradotta in italiano dal gruppo di ricerca della Professoressa Galderisi. Il volume contiene altresì un’ampia disamina dei rapporti tra deficit cognitivi ed esito funzionale della schizofrenia, nonché delle possibili strategie di intervento non farmacologico per migliorare tali deficit.
Nel suo complesso, questo numero di NÓO? rappresenta un significativo contributo all’aggiornamento degli psichiatri e degli operatori della salute mentale su un tema di sempre maggiore attualità per chi si occupa della ricerca sulla schizofrenia e della cura di coloro che ne sono affetti.